Bowmore 1997 (47,4%, V&M, 2018)

Bowmore 1997 (47,4%, V&M, 2018)

p_20181124_194232_ll-02.jpegAllora, all’ultimo Milano Whisky Festival mentre mi stavo stordendo col panettone al whisky di quegli istrioni di DolceMenteWhisky, sono casualmente capitato con il mio più vago fare da gnorri al banchetto di Valinch & Mallet, presenziato con maestria dal buon Davide Romano. Visto che Davide aveva argutamente alzato l’hype prima del festival pubblicando su Feisbuc questo imbottigliamento fatto per il terzo anniversario di Valinch & Mallet, io mi son precipitato da lui a elemosinarne un bel sample, così da gustarmelo in più sobrie situazioni (cioè non barcollando tra uno stand e una masterclass). In questo momento sono a Colonia dalla famiglia della mia dolce metà, ed essendo io un blogger compulsivo ho arraffato un paio di bottigliette prima di partire nel caso avessi avuto tempo e voglia di assaggiare qualcosa di buono la sera. Ebbene, eccomi qui, in compagnia di questo Bowmore di 21 anni! Distillato nel 1997 e imbottigliato nel 2018, ha passato tutto il tempo in un bel solido barile ex-bourbon. Bene, ha tutti i crismi per essere un bel modo per Davide Romano e Fabio Ermoli di festeggiare l’essere diventati ufficialmente whisky!

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Bowmore 15 Y.O. Laimrig (54.1%, OB, 2014)

Bowmore 15 Y.O. Laimrig (54.1%, OB, 2014)

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Il Bowmore 15 “Laimrig” è un’ulteriore espressione quindicenne con rifinitura in sherry della più antica distilleria di Islay. Il curioso nomignolo che significa “molo” in gaelico non è l’unica cosa a distinguerlo dal già sbevazzato Bowmore 15 Darkest. A differenza del fratellino del core range, infatti, questa bestiaccia è imbottigliata a grado pieno, per un’esperienza goduriosa da farsi rizzare i peli della lingua (boh, sono andato a ruota libera qui). Il nome “Laimrig” richiama il molo dove in tempi non sospetti era scaricato l’orzo usato per la produzione del nostro amato distillato. Questa edizione del Bowmore portuale è invecchiata in botti ex-bourbon e poi ha subito una ripassata di almeno un anno in botti ex-sherry. È un imbottigliamento limitato a circa 18000 bottiglie, dicono i potenti mezzi dell’internette (e tu vai a fidarti), ma a dirla tutta sulla bottiglia non c’è scritto un bel niente. Quindi continuo a crogiolarmi nell’ignoranza più assoluta che tanto c’ho la bottigliazza davanti e vedo di godermelo anche senza ulteriori informazioni. Continue reading “Bowmore 15 Y.O. Laimrig (54.1%, OB, 2014)”

Bowmore 15 Y.O. Darkest (43%, OB, ?)

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Bowmore Darkest (immagine a dx da whiskybase). Sì, sì, è il Darkest, non il Tempest: il tizio del sample si era sbagliato a scrivere.

Bowmore “Darkest”, che in inglese chiaramente significa il Bowmore più Carlo Conti del branco. Questo whiskettino è solo uno dei due quindicenni che l’elegante distilleria di Islay propone. L’altro, il Laimrig -prossimamente su questi schermi recensivi-, è un’edizione speciale a cask strength (che non è solo la versione diluita del Darkest, è proprio un animale diverso). In ogni caso, il Bowmore Darkest fa parte del core range della distilleria, ed è un whisky che ho conosciuto quando ancora guardavo le recensioni di quel complottaro climascettico (e l’immagine racconta veramente quello che dice lui nei suoi video…) di Horst Lüning. È quello di whisky.de: se volete vedervi i suoi video sul tubo, ha anche delle versioni in inglese in cui per fortuna non si sbrodola su robe come la politica e il clima, io qui in ogni caso non lo linko. Terminata la tirata non richiesta, procedo a prendermela col whisky: ma bòja fàuss, come disse Sauron quando l’Anello cadde nel Monte Fato, facile chiamarlo Darkest se si butti dentro un chilo e mezzo di E150. Mi immagino l’addetto all’imbottigliamento che guarda il master blender di Bowmore mentre versa galloni di caramello e dice: “signo’, che faccio, lascio?“.  Continue reading “Bowmore 15 Y.O. Darkest (43%, OB, ?)”

Bowmore 10 Y.O. Tempest #5 (55.9, OB, 2014)

Bowmore 10 Y.O. Tempest #5 (55.9, OB, 2014)

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Bowmore 10: tempesta perfetta o una  pioggerellina sottile?

Un nuovo Bowmore, oggi, che di nome ben si allinea col tempo di Amburgo dei giorni passati, nonostante la vicinanza dell’estate nel resto dell’emisfero boreale. Ma che ci volete fare, Amburgo tra le sue tante qualità non ha il tempo stabile, e non voglio fare il solito italiano che si lamenta del meteo nordico. Questo Bowmore è un’edizione limitata che la distilleria fa uscire (quasi) ogni anno. È uno dei pochi Bowmore OB (original distillery bottling) cask strength: è infatti imbottigliato a un tempestoso 55.9%, ed è il frutto di una maturazione di almeno 10 anni barili ex-bourbon (sul sito della distilleria ci dicono anche first fill, quindi ci si aspetta una decisa influenza vanigliosa e bourbonosa).

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Bowmore 12 Y.O. (40%, OB, -)

Bowmore 12 Y.O. (40%, OB, -)

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Da Giallozafferano, la Ricetta per il Bowmore 12: vaniglia, lavanda e un pizzico di sale.

Il Bowmore 12 è stato il primo single malt che ho bevuto con un po’ di consapevolezza. Dei miei simpatici filalcolici amici erano in visita qui ad Amburgo un po’ d’anni fa e come ricompensa per la mia generosa ospitalità anseatica non trovarono di meglio che regalarmi una bottiglia del nostro affezionatissimo malto sopracitato. Devo dire la verità: ai primi bicchierini fu subito odio e disprezzo. Cominciarono alcuni whisky sour a farmelo accettare e poi, verso metà bottiglia, arrivò l’innamoramento più puro e sincero. Ora, tanta acqua è passata sotto i ponti, e tanto whisky nel mio stomaco. Mi chiedo quindi, adesso che ho un po’ di esperienza in più avendo assaggiato paio d’altri single malts, chissà cosa penserò ad assaggiare questo mio primo amore, per così dire, maltolescenziale (ed ecco anche la classica e immancabile freddura). Continue reading “Bowmore 12 Y.O. (40%, OB, -)”

Bowmore 1999 Islay Puffin (46%, WD,2012)

Bowmore 1999 Islay Puffin (46%, WD,2012)

Oggi siamo di nuovo su un Bowmore, ma questo non è un OB (original distillery bottling): è un Bowmore distillato nel 1999 e imbottigliato nel 2012 da Wereld van Dranken nell’edizione Islay Puffin (non Whisky Import Netherland, come dice Whiskybase). Non è una delle edizioni più comuni del Bowmore: è un single cask (per i fanatici, numero 2262) e ci sono/c’erano solo 360 bottiglie e ovviamente io NON ne posseggo una. Piuttosto, tramite l’ottimo whisky club di Amburgo ho preso un sample da 100 ml, e questo andrò a recensire oggi. Ho già straparlato un po’ di Bowmore qui, quindi evito di ripetermi. Momento ornitologico: i puffin sono ovviamente i pulcinella di mare, comunissimi sulle Ebridi o comunque sulle isole della Scozia, dalle Orcadi alle Shetland. Ovviamente così comuni che quando ci andai io non ne vidi nemmeno uno, ma io su ste cose son sempre fortunello. In compenso ho visto un sacco di pecore, conta lo stesso?

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Bowmore 18 Y.O. (43%, OB, 2014)

Bowmore 18 Y.O. (43%, OB, 2014)

Quello che recensisco oggi è un whiskettino di Islay, la leggendaria isola patria dei whisky “torbati”. Le ormai tradizionali due parole sulla distilleria mi portano a dire che Bowmore è una delle più antiche distillerie scozzesi (esiste dal 1779), e sicuramente la più antica di Islay, A differenza di distillerie come Ardbeg e Laphroaig, in cui la bellissima torba ignorante e viulenta è la parte fondamentale del carattere della whisky, Bowmore usa il fumo di torba più per accentuare il carattere marino dei suoi whisky. In generale nei Bowmore il fumo, pur essendo sempre molto presente, non domina su altri sapori, un po’ come nei Talisker, e il carattere fruttato di questo whisky si presta molto all’invecchiamento in botti ex-sherry. Bowmore tra l’altro appartiene al gruppo giapponese di Suntory Beam (sì, quelli che producono il whisky che Bill Murray deve pubblicizzare in Lost in Translation). Quello di oggi è un Bowmore di 18 anni, un bell’age-statement whisky parte dell’affollato core range di Bowmore: gli altri age-statement sono il 12 anni, il 15 anni Darkest (invecchiato esclusivamente in botti ex-sherry) e il 25 anni. Poi c’è la pletora di NAS di maggiore o minore successo che molto spesso ti strizzano l’occhio dagli scaffali dei Duty Free come un’ammiccante Cersei Lannister. Per fortuna il buon Obi-Wan appare non appena mi avvicino a cotali scaffali dicendomi: “Non sono questi i whiskettini che stai cercando“.

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