Kilchoman 2011 Madeira Matured (50%, OB, 2015)

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Kilchoman 2011-2015: un quattrenne ubriaco di Madeira.

Un’altra simpatica versione del malto proveniente dalla più giovane distilleria di Islay: Kilchoman. Analogamente alla distilleria stessa, questo whiskettino è piuttosto giovane: solo 4 anni! Poco più che un infante, dunque, ma con una particolarità: è un infante ubriaco di Madeira, grazie alla maturazione effettuata per quattro anni in 17 barili che avevano precedentemente contenuto il potente vino liquoroso di Madera. E non solo, per far tutto bene e senza quelle mezze misure che proprio non vanno giù a tipi come Mike Ehrmantraut, i Kilcho-men hanno usato barili ex-Madeira first fill. Tra il fumo prepotente dei giovani Kilchoman e la dolcezza spensierata e fruttata del Madeira qua si rischia di innamorarsi come neanche Sarah Connor di Kyle Reese. 

È un whisky giovanissimo ma ha comunque preso moltissimo del colore del Madeira. Non filtrato né colorato, e nel bicchiere è voluttuoso e scurissimo come i lisci capelli di Psylocke/Olivia Munn. Ci sono in giro 6100 bottiglie prodotte per questa edizione speciale, imbottigliate a 50%. Ho poco altro da dire a riguardo, quindi passo subito alle mie telecinetiche tasting notes.

Naso: Boia, il fumo! Me lo aspettavo da un giovanissimo Kilchoman, ma comunque mi lascia stordito come un destro di Mr. T. Non scherziamo, un destro di Mr. T mi farebbe secco sul colpo. Superata la botta, mi pare di riconoscere frutti rossi che manovrano dietro le quinte, sicuramente orchestrati dall’Ombra di D’Alema, e c’è anche un sacco di limone oltre al fumo pungente e invadente. Insomma, ignoranza ma non troppo, un po’ semplice ma comunque ottimo. Non trovo molto Madeira ma sarà uno dei miei tanti limiti.

Palato: Al primo assaggio parte subito un Piccinini a caso che urla nel mio palato: “Cristiano Ronaldo, reteeee! Reteee!“. Forte, intensissimo, pieno di fumo. Eh, buono, poco da dire. C’è anche qualcosa di strano e che in qualche modo mi ingolosisce un sacco… olio piccante? Con un po’ di tempo e un po’ d’acqua ci trovo meno fumo più limone. In tutto questo finalmente arrivano quei frutti rossi come le ciliegie (ciliegie belle rosse e mature) che mi sarei aspettato prima. A questo punto il percorso gustativo si ferma, nel senso che i gusti son questi e non c’è altro, mi pare. Lungi da me il lamentarmi, eh.

Finale: Lungo, dolce (marmellata di ciliegie direi) e affumicato.

Giudizio: Allora, buonissimo. Buonissimo e intensissimo, oserei dire, ma temo non sia uno di quei whisky che mi rimangono impressi nella memoria come le stelle di Hokuto sul pettazzo di Kenshiro. Superiore al pur ottimo Loch Gorm, ma tempo fa avevo assaggiato un Kilchoman 2011 – 2014 port cask matured, e quello forse mi aveva impressionato di più. O forse ero solo ubriaco. Gli do comunque un imponente 89/100, visto che il whisky mi è piaciuto molto. Prezzo: le bottiglie sopravvissute alla hype dovrebbero essere sui 100 euro.

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